sabato 30 marzo 2019

Testi leggende

La nascita dell’eco
Nell’era glaciale, in un piccolo villaggio sperduto e galleggiante in un iceberg, vivevano delle fate. Queste fate cantavano e la loro voce si espandeva così lontano che le sentivano in tutto il mondo. Le loro canzoni erano emozionanti perché avevano parole rassicuranti e tutti coloro che le ascoltavano si sentivano felici.
Un giorno una strega le sentì e le venne in mente di catturare le loro voci per impossessarsene: era troppo invidiosa di quel canto melodioso! Così si mise in cammino a dorso del suo leone. Insieme attraversarono montagne e foreste e infine giunsero al polo vicino al villaggio delle fate.
Le fate, avendo la capacità di prevedere il futuro, si accorsero dell’arrivo della strega e del leone. Per farla rifocillare dal lungo viaggio, le fate prepararono un gustoso banchetto con cibi provenienti da tutto il mondo.
La strega capì l’immensa bontà delle fate e per questo volle ricambiare il favore proponendo loro di poter andare nelle montagne a recitare le loro buone parole. Allora le fate le donarono l’eco affinché tutto il mondo potesse conoscere la sua bontà.


La chiesetta del Monte Verena
Cera una volta sul Monte Verena, una bambina di nome Doroty che aveva i capelli biondi quasi dorati: è per questo che si chiamava così! Lei aveva tredici anni.
Con lei viveva un coniglietto: era super morbido, con delle orecchie batuffolosissime e super cicciottelle.
Un giorno loro andarono nel bosco e trovarono un cerbiatto ferito alla zampa: lui aveva delle macchioline come Bambi.
Girarono a lungo a cercare qualcuno che li aiutasse a curare il povero cerbiatto. Dopo aver fatto tanta strada, trovarono un uomo gentile di ventinove anni che li seguì fino al cerbiatto.
Per fortuna tutto si risolse in poco tempo! Costruirono una chiesetta per poter pregare affinché il cerbiatto potesse guarire.
Doroty, luomo e gli altri animali erano di una bontà infinita: aiutavano le persone in pericolo, facevano compagnia alle persone sole, rallegravano dli anziani. Dio, per ricompensarli della loro bontà, decise di concedere a Doroty il suo più grande sogno. Da quel giorno tutti gli animali iniziarono a parlare con grande gioia e nel bosco ci fu sempre grande festa!


Il vento tra i capelli
Cera una volta in una rigogliosa radura una ragazza povera e buona che cercava cibo, compagnia e un riparo. Mentre stava cercando da mangiare, incontrò un giovane boscaiolo che le disse: Ciao ragazzina, cosa fai da sola? Si dice che si aggiri un fantasma.” “Davvero?chiese la ragazza. Non fece nemmeno in tempo a girarsi che il taglialegna era sparito!
Quella notte non riuscì ad addormentarsi: pensava solo al taglialegna che aveva incontrato. E se fosse lui il fantasma? E se quella notte fosse venuto ad aggredirla?Fu così che fra questi pensieri si addormentò. Dopo pochi minuti, la campana del paese suonò. La ragazza si svegliò di soprassalto e sentì un forte soffio di vento, si girò e le apparve una figura bianca e spaventosa. La ragazza stava per gridare, ma la figura la prese per mano e le disse con tono lugubre: Buongioooorno.La ragazza si voltò e vide che stava spuntando un bel sole. Chi sei?chiese. Come chi sono?rispose il fantasma sono il taglialegna che hai incontrato nel bosco.” “Sei qui per aggredirmi?chiese la ragazza spaventata. Il fantasma non era lì per aggredirla, ma solo per dirle che cera un terribile orso che voleva mangiarla.
Così la ragazza scappò in paese. Ma cera un problema: non aveva parenti che potessero occuparsi di lei. Allora tornò nel bosco con la speranza che il fantasma la aiutasse.
Ad un certo punto, sentì un tonfo. Si girò e vide che un aereo era caduto poco lontano. Dallaereo sbucò un esploratore che chiese alla ragazza: Ma cosa ci fai qui?. E la ragazza rispose: Io non ho una casa.A quel punto lesploratore la volle sposare e così fu. Lesploratore e la ragazza viaggiarono moltissimo. Lei adorava così tanto sentire il vento fra i capelli, che quando morì volle diventare una nuvola che faceva soffiare del vento tiepido e forte sulle persone che volavano sulle mongolfiere, e quando queste si avvicinavano troppo alle montagne, lei le spingeva via.



I gatti neri del Monte B
Quando la mia bisnonna Lodovica aveva quattro anni, sul Monte B si diceva che un orso magico e un cervo difendevano i boschi dellAltopiano da omini magici vestiti di nero, che giocavano brutti scherzi alla gente.
Nessuno ci credeva, ma la mia bisnonna aveva sempre creduto nella loro esistenza. Infatti un giorno la mia bisnonna tornando a casa trovò una scarpetta nera, piccola e puzzolente: riconobbe subito che apparteneva agli omini del Monte B.
Appena la mia bisnonna raccolse la scarpetta, questa svanì nel nulla. Subito dopo ne ricomparve unaltra poco lontano che svanì allo stesso modo appena Lodovica la toccò. Quegli esseri malvagi volevano attirarla verso una grotta, così le fecero seguire una lunga scia di vestiti che sparivano appena venivano toccati.
Quando Lodovica arrivò alla grotta, fu in trappola perché gli omini volevano farla diventare come loro vestendola di nero.
Fortunatamente lorso e il cervo difensori del bosco lavevano seguita e la soccorsero portandola via dalla grotta e combattendo contro gli omini. Con i poteri magici dellorso, gli omini furono trasformati in gatti selvatici neri. Da allora nei nostri boschi girano gatti selvatici neri.
Dopo questo fatto, la mia bisnonna non smise più di parlare di questa storia. Molti la credevano pazza, ma lei quellesperienza laveva vissuta veramente. 

La nascita dell'eco

I gatti selvatici del M.te B